Il rispetto per gli animali nel XXI secolo



"È solo per un eccesso di vanità ridicola che gli uomini si attribuiscono un’anima di specie diversa da quella degli animali." -Voltaire
Oggigiorno si parla sempre più di “civilizzazione” e di “inciviltà”, si cerca sempre in incentivare gli uomini ad avere il rispetto gli uni per gli altri, ma non si cerca mai di sensibilizzarli del tutto al rispetto per ciò che li circonda, in particolare, facciamo riferimento agli individui più vicini agli uomini, gli animali.
Molti sono dell’idea che siccome sono “animali” non meritano lo stesso rispetto dovuto agli esseri umani, dimenticando però che la fauna, oltre ad essere parte integrante e fondamentale del nostro ecosistema, oltre ad essere indispensabile per molte delle attività umane, gli animali sono gli “amici” più fedeli che l’uomo potrebbe desiderare.
Tutte le azioni che gli animali compiono sono dettate dall’istinto, che molto spesso li porta ad essere di una bontà e di un affetto immenso, quando però il loro istinto tende al manifestarsi in comportamenti violenti o aggressivi, bisogna anche interpretare questi ultimi come atteggiamenti di autodifesa, di preservazione, e non di cattiveria.

I mezzi di comunicazione e informazioni ci mostrano come ogni giorno sempre di più il rispetto per queste creature stia svanendo nel nulla.
Potremmo elencare centinaia e centinaia di casi di maltrattamento animale e punteremmo sempre il dito contro l’altro, non rendendoci conto che anche dietro piccoli gesti quotidiani stiamo sostenendo involontariamente uno “sfruttamento”.

Ognuno di noi può rendersi utile, ognuno di noi può decidere di contribuire al fallimento di coloro che sfruttano o maltrattano gli animali per i propri scopi e guadagni: quando compriamo un prodotto, quando assistiamo ad un qualsiasi spettacolo, quando cooperiamo per un’iniziativa o con un’associazione. Quando compiamo piccoli gesti, o realizziamo qualche attività dovremmo soffermarci a riflettere se quello che facciamo implica la morte o la sofferenza degli animali.
Vogliamo parlare delle circostanze nelle quali gli animali vengono sottomessi, torturati, posti in condizioni sgradevoli per la loro natura, per mero divertimento e/o per poterne tratte guadagno.
Parliamo della caccia, dei circhi, degli zoo e la ciliegina sulla torta: le pellicce.


Nei circhi la maggior parte degli animali provengono da luoghi esotici, vengono strappati via dai loro habitat naturali e portati in gabbia, maltrattati, sottomessi con la violenza per costringerli a mantenere l’equilibrio su una palla o saltare in un cerchio di fuoco.
Gli animali dovrebbero essere “usati” soltanto per degli spettacoli che siano costruttivi, educativi, che mostrino le loro caratteristiche per farli conoscere e valorizzarli in tutti i loro aspetti, cercando di mantenere il più possibile le condizioni nelle quali sono abituati a vivere. Non vi è niente di educativo nello sfruttamento e l’umiliazione degli animali.Ma veniamo ad un altro punto, le pellicce, ah, le pellicce, senza non si può proprio vivere eh?! 
Senza scuoiare un animale per poterselo buttare addosso alcuni uomini proprio non ce la fanno, vi sentite davvero soddisfatti e aristocratici indossando qualcosa che solo poco tempo prima era vivo e vegeto e adesso sta tenendo al caldo la vostra schiena?!Per confezionare una singola pelliccia decine di animali soffrono atrocemente, vengono catturati con tagliole, trappole e altri modi terrificanti, vengono uccisi in modo cruento e aberrante, pensateci bene prima di acquistare uno di questi prodotti, potreste salvare la vita di un animale innocente.

In conclusione, “rispetto” per gli animali significa molto più che una semplice carezza ad un gattino trovatello, significa amore, aiuto, generosità, significa proteggere ogni specie animale per quanto ognuno nelle proprie possibilità, limitarne lo sfruttamento, l’umiliazione e sopratutto l’uccisione.

-Articolo di Rosita De Tommaso (For infos and collborations contact me by e-mail detommasorosita@gmail.com)


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