Anna Magnani: Antidiva per eccellenza
"Lasciami tutte le rughe , non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire"
- Anna Magnani
Anna Magnani è ricordata per quella sua inarrivabile e
passionale carica umana, che talvolta sfociava in sanguigne manifestazioni di
rabbia o di affetto, e che la distinguevano, oltre come inarrivabile
interprete, come donna forte e sensibile, anche se profondamente tormentata.

Cresciuta dalla nonna materna in
condizioni di estrema povertà, Anna comincia molto presto a cantare nei cabaret
e nei night-club romani e contemporaneamente studia all'Accademia d'Arte
Drammatica.
Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale
diretta da Dario Niccodemi, diventando nell’arco di breve tempo una padrona
fissa dei film rivista.
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Anna Magnani e Totò |
Diviene
ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Inizia a
collaborare con artisti del calibro di Vittorio De Sica e Totò, con il quale recita in numerose riviste, come
"Quando meno te l'aspetti" (1940) e "Volumineide" (1942),
entrambi di Michele Galdieri.
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Anna Magnani e Vittorio De Sica |
Nel cinema si rivela nel film "Teresa Venerdì" (1941), di Vittorio De Sica, dove interpreta una bizzarra canzonettista. In seguito interpreterà alcune commedie leggere ("Campo de' Fiori", 1943; "L'ultima carrozzella", 1944; "Quartetto pazzo", 1945), fino a quando non esplode completamente la sua popolarità nel film neorealista "Roma città aperta" di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa ma intensa relazione amorosa.
In
quest'ultimo film Anna Magnani si rivela interprete dotata di una notevole
sofferta sensibilità. Qui incalza il ruolo di Pina, popolana romana che viene
uccisa mentre tenta di raggiungere il camion sul quale il suo uomo sta per
essere deportato dai nazisti. Accanto ad un grande Aldo Fabrizi, eccelso attore
degli anni ’40-‘50, la Magnani rappresenta la redenzione di un popolo,
attraverso le sue grandi qualità umane e morali, tanto che la sua
interpretazione le farà meritare il primo dei suoi cinque Nastri d'argento.
Nel 1947 interpreta “L’onorevole Angelina”, diretto da
Luigi Zampa. In questa nuova avventura interpreta una donna di borgata
"chiamata" a far politica, per rappresentare gli interessi della
povera gente come lei.
Nel 1948 Rossellini la chiama per interpretare l'episodio La voce
umana (tratto dall'atto unico di Jean Cocteau) del film "L'amore" (1948), nel quale
l'attrice si cimenta in un appassionato ed angoscioso soliloquio, un grande
pezzo di bravura interpretativa, la telefonata di una donna abbandonata
dall'amante.
Nel 1951 un altro grande ruolo: quello della donna
frustrata che trasmette le sue illusioni ed i suoi sogni infranti
nell'impossibile carriera cinematografica della figlia, a costo anche di
mettere in crisi il suo matrimonio, nell'amaro "Bellissima" (1951) di Luchino Visconti. Anche questo film le vale un meritatissimo
Nastro d'argento. Nel 1952 veste i panni di Anita Garibaldi del film "Camicie rosse".
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Anna Magnani che impugna il Premio Oscar vinto |
Il 1955
è l'anno in cui Anna Magnani raggiunge il sogno di tutte le attrici: vince il premio
Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann,
"La rosa tatuata" (The Rose Tatoo, con Burt Lancaster, tratto dal romanzo di Tennessee Williams.
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Marilyn Monroe e Anna Magnani |
In seguito sarà
interprete di pellicole di media-alta qualità, come "Suor Letizia"
(1956), "Nella città dell'inferno" (1958) e "Risate di
gioia" (1960), il primo e unico film che la vede accanto al suo vecchio
compagno di palcoscenico Totò.
Nel 1962 la Magnani prende parte al film "Mamma
Roma" di Pier Paolo Pasolini, un film poco riuscito. Gli anni '60 non
le offrono quindi molto a livello cinematografico, così Anna Magnani si rituffa
nel teatro, interpretando "La lupa" di Verga, diretta da Franco Zeffirelli, e
"Medea" di Anhouil, diretta da Giancarlo Menotti, che la
vedono trionfare su tutti i più grandi palcoscenici d'Europa.
Ma ecco
che negli ultimi anni Anna Magnani vive un'altra stupenda esperienza artistica,
quella della televisione. Tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi
film-tv scritti e diretti da Alfredo Riannetti, quali "La sciantosa",
"1943: un incontro", "L'automobile" e "...correva
l'anno di grazia 1870".
La sua
ultima, breve, apparizione sugli schermi è stata nel film "Roma"
(1972) di Federico Fellini, nella
parte di se stessa.
La
grande Anna Magnani muore di cancro a Roma il 26 settembre 1973, all'età di
sessantacinque anni, assistita fino all'ultimo dall'adorato figlio Luca.
I PREMI
La Magnani nel corso della sua lunga carriera ha vinto un Premio Oscar, due David di Donatello, cinque Nastri d'Argento, un Globo d'Oro, un Golden Globe, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d'Argento a Berlino.
CURIOSITÀ
- La Magnani rifiutò il ruolo di protagonista del film La ciociara del 1960: il film (la cui regia era stata inizialmente affidata a George Cukor) avrebbe infatti dovuto vedere Anna Magnani nella parte di Cesira mentre Sophia Loren era stata scritturata per la parte della figlia Rosetta, la Magnani rifiutò il ruolo perché non voleva interpretare la madre di Sophia Loren; a seguito del rifiuto fu dunque proprio la Loren ad interpretare il ruolo di Cesira (che le fruttò l'Oscar nel 1962) al posto della Magnani mentre il ruolo di Rosetta venne affidato all'americana Eleonora Brown. Senza la presenza della Magnani, Cukor rifiutò di girare il film e venne sostituito da Vittorio De Sica.
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Stella dedicata alla Magnani sulla Walk of Fame ad Hollywood |
- La Magnani è una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità onorate per il loro contributo - diretto o indiretto - allo star system e all'industria dello spettacolo.
- Quando a bordo del Vostok 1, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin compì la prima rotazione della terra, dichiarò: "Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti, e Anna Magnani".
- A pochi giorni dal suo arrivo in America la stampa dichiara: "In confronto a lei le nostre attrici sono manichini di cera paragonate ad un essere umano". Il Time scrive: "Divina, semplicemente divina".
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